Pay the price



L’ho pensato più volte durante la partita “pay the price , pay the price, pay the price” . Ammetto che  era intercalato con qualche esclamazione un po’ meno elegante. 60 minuti, anzi 65 e più, estremamente ricchi…
Non un momento per abbassare l’attenzione. Nemmeno un attimo di distrazione concesso. Intenso, viscerale,  terribilmente vivo, ma così  fottutamente travolgente.
“Paga il prezzo”, in pista e sugli spalti. Prendi i colpi, pattina, tira. Canta, salta, alza la voce. Blocca, scatta, passa. Grida, fischia, su le mani. Vai, mischia, ruzza. Ambrí, Ambrí. Tira. Passa. Forza. Gooool!

Gooool! Davvero? Grande Ambrí! Grandi !

Pay the price… E fino in fondo. Perché così è tutto più bello. Bellissimo!
E allora vieni sotto la curva, caro Ambrí, ascolta quello che ho dentro, ascolta cosa mi hai regalato.
Resta qui un po’ con me, con noi, tra di noi. Ascoltala, vivila, sentila questa energia.
Fai sventolare quei due colori. Quelle bandiere. Prendi quella sciarpa.
E non preoccuparti, che  questo spettacolo, te lo pago io. 

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