13:02 di una normale domenica di giugno. In sottofondo qualche macchina che in questa bella domenica percorre la via verso il centro. Nella testa girano mille pensieri. Gli occhi vedono ancora le immagini di ieri sera, il cuore è un misto fra gioia e dolori. La torre bianca che svetta lì sopra tutto e tutti, quasi a ricordare i tempi andati..
“Venghino siori e siore venghino”… perché lo spettacolo sta per cominciare. Prendete posto e guardate, lustratevi gli occhi e riempite il cuore. Inizia la giostra e il popolo riempie le gradinate. Dame, cavalieri, qualche giullare di corte, e forse anche alcuni infedeli. Tutti sono pronti per aprire le danze.
“Bellinzona non si arrende” recita lo stendardo. La battaglia sta per cominciare. Sul campo scende l’ombra di Castelgrande, roccaforte invalicabile.
Tra il pubblico l’emozione è palpabile. Dopo un piccolo dietro-front, l’assedio granata comincia e la battaglia è a senso unico. Schiacciante la supremazia, alla fine il Red Star cede cavallo ed armatura.
Strade in festa, tavole imbandite. Calciatori eletti a re.
Anche il giorno dopo, le emozioni non passano, e più ci pensi e più le alimenti. E stavolta stai proprio incassando, perché il calcio – quello che conta – ti manca troppo. Ti mancano quegli stadi, quell’ambiente, .. ti mancava soprattutto veder quasi 4000 persone al comunale, sentire parlare TV e giornali, ti mancava l’attesa di qualcosa di importante, l’aria che si respira nelle vie del borgo quando l’ACB si gioca qualcosa di importante.
Eh allora Bellinzona, la nostra Bellinzona, crocevia delle vie alpine che collegano nord e sud, è tornata per un attimo ai fasti e splendori di un tempo. Un tempo lontano, forse oggi un po’ più vicino.
E sulla torre bianca splende ancora il sole, un sole che riscalda i cuori.
10.6.2018
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