Ehi ragazzo della gradinata

Ehi ragazzo della gradinata. Eccoci qui un’altra volta, è già passata un’altra stagione. Un altro anno insomma, per noi che, come diceva Nick Hornby, gli anni cominciano a luglio e finiscono a maggio. Caxxo se è finito male stavolta! Certo che in fondo era nell’aria e lo sapevamo tutti che sarebbe stata dura. Certo che però potevano risparmiarci questo finale. Insomma illuderci per poi sbatterci con le spalle al muro e farci finiti. È quasi surreale pensarci. Forse non me ne sto ancora rendendo conto. È come se tutte le emozioni vissute negli ultimi 5 anni, fossero uscite in una serata. Insomma dallo spareggio di Aarau alla promozione di San Gallo, allo spareggio di maggio scorso. Immagini che non ti scordi. Come quel Sion – Bellinzona di quando avevi sedici anni. Come la prima trasferta a Lucerna. E pensare che c’è gente che non ci capisce. Gente che vive al di fuori di questa realtà. Persone che fanno finta di ascoltarti quando cerchi di raccontare un pezzo della tua vita, non un angolo dimenticato, oscuro, ma un ampio atrio, vivo e luminoso. Alla fine l’unica cosa che puoi fare è guardare in faccia al tuo vicino di curva, o a quello che è seduto da parte a te sul bus. Lì non servono parole. Ci si capisce subito. Roba da tifosi insomma. Roba che per certi è incomprensibile.

Tra le lacrime mi rivedo esultare per quella promozione tanto voluta, strappata vittoria dopo vittoria. Te la ricordi? Ho provato a smettere di pensare, perché è l’unica cosa che potevo fare per evitare che le emozioni mi travolgessero. Guardati attorno! Non sei da solo. Questi qui, vicino a te, ti capiscono.

Caxxo se avessimo segnato gli ultimi 20 minuti. Gli altri stavan già esultando. Che colpo sarebbe stato è! “Bellinzona segna e La praille rimane ammutolita!”Sogno! Tappare la bocca a quei 15’000 che non si sono fatti vedere per una stagione e ora sono lì davanti a te a esultare come se quel colore granata fosse la cosa più importante della loro vita! Ma che caxxo vogliono? Loro che son tra quelli che quando parli della tua squadra annuiscono annoiati. Loro che non capiranno mai cosa vuol dire soffrire, che ci sono solo quando la squadra ha qualcosa da vincere.

Ma te lo ricordi Aarau? “ACB, ACB” quel canto strozzato in gola dalla tensione di quella giornata. Quella sconfitta immeritata. Quello sguardo nel vuoto. E San Gallo? Quei salti di gioia, quel scivolare 2 gradini più sotto. E l’anno scorso, ma quanta fierezza c’era in quella marcia dal viale stazione al bar granata! Scendon le lacrime. Non le puoi fermare. Le emozioni ti travolgono. E pensare che è solo una squadra di calcio. Insomma quei 15’000 non possono capirti. Ma nemmeno tanti tuoi amici. Ma guardati in giro! Loro sì, che ti capiscono!

È passata un’altra stagione. Mi dispiace per quelli come voi… per quelli come noi… per quelli come te e me… insomma te mi capisci no? Per i giocatori, i presidenti e gli allenatori non mi importa, loro riusciranno a riderci sopra, a dirci le solite frasi “ci rinforziamo”, ci rideranno anche sopra magari e poi se ne andranno. Voi invece sarete lì… noi saremo lì… con tanti sogni, tanta voglia di riprovarci, ancora una volta. È la nostra vita. Tanti non la capiranno mai. Ma guardati in intorno! Loro sì, che ti capiscono!

@ 1 giugno 2011

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